VINCENZO GRIECO – non solo Hard Rock


VINCENZO GRIECO – “Misleading Lights of Town”
• (2019, Red Cat) •

 

Vincenzo Grieco non è mai stato un compositore particolarmente prolifico. Il fatto che questo sia il suo debutto da solista, in oltre vent’anni di carriera, sta qui a testimoniarlo; tuttavia bisogna riconoscergli che quando si è dedicato alla composizione lo ha fatto sempre con un gusto e un’intensità encomiabili. Un lavoro di fino, come facevano un tempo i grandi maestri artigiani, che lavorando di cesello e pazienza creavano piccoli capolavori.
Ma parliamo del debutto sulla lunga distanza del chitarrista romano. Dieci brani nuovi di zecca, il cui punto di forza risiede proprio nel giusto dosaggio dei vari ingredienti (perdonate la digressione in stile Master Chef).
Il mondo di Vincenzo è, a grandi linee, quello di un hard rock melodico, fortemente derivativo delle super band del periodo d’oro del genere, ma non solo.
La sbarazzina opener “Crashing Waves” svolge in maniera il compito di presentare l’album agli ascoltatori, mentre l’incedere più cupo e maestoso della successiva “Don’t lay your love to waste” mostra una capacità compositiva molto matura.
Tratti più seventies invece emergono in Dizzy Heights, quasi un tributo a un certo tipo di chitarrismo hendrixiano; a mio parere una mezza spanna sotto i due brani precedenti.
Ottima l’atmosfera della seguente 1995, supportata da una sezione d’archi (vera!) di sicuro effetto.
Non mancano momenti più funk: “That brand perfect tune” fa battere il piede (o muovere il culo fate voi); con un ottimo arrangiamento di fiati (anche questi veri!) e un solo maturo e calibrato.
Per gli amanti dei fraseggi pirotecnici sulla sei corde invece abbiamo uno strumentale dal sapore bluegrass, degno dei mai troppo rimpianti Dixie Dregs di Steve Morse, dal simpatico titolo “An American in Rome”, a mio giudizio forse il brano più riuscito del lotto.
Menzione d’onore per la title track: un hard rock cadenzato, arricchito dagli interventi sempre raffinati di Vincenzo, un brano a metà strada tra il Gary Moore di metà anni ’80 e gli Hardline.
Ci troviamo di fronte a un lavoro maturo, che mette in primo piano la forma canzone rispetto allo shredding anni ’80 (benché il buon Vincenzo non lesini nemmeno numeri in tal senso).
Azzeccato il finale “The bear, the smart one…”, un rock ‘n’ roll scanzonato che mi fa tornare in mente alcuni classici di Billy Joel, che conclude degnamente un album che non potrà non piacere agli amanti di certe sonorità a cavallo tra l’hard rock a stelle strisce di qualche decade fa, opportunamente sporcate da un blues graffiante e verace.

VOTO: 8/10

Tracklist: 

  1. Crashing Waves
  2. Don’t lay your love to waste
  3. Dizzy Heights
  4. 1995
  5. That brand new perfect tune
  6. An American in Rome (One for Brent)
  7. Misleading lights of town
  8. Crazy, funny, lovely whiskey nights
  9. Lord of the world
  10. The bear, the smart one, the dandy and the rockstar

VINCENZO GRIECO line up:

  • Vincenzo Grieco – Guitars
  • Piero Pierantozzi– Drums
  • Marco Polizzi- Bass
  • Emanuele Casali– keyboards 

additional musicians:
Giulio Giancristofaro (bass and vocals on “Dizzy Heights”), Alessandro Accardi (drums on Dizzy Heights”), Andrea De Luca (vocals on “That brand new perfect tune” and “Crazy, funny…”), Giorgio Lorito (vocals on “Crashing Waves” and “Misleading Lights of town”), Sara Facciolo (vocals on “Don’t lay your love to waste”, “Crazy, funny…”); Claudio Maffei (vocals on “1995”), Damiano Borgi (Vocals on “Lord of the world”)