
SKID ROW – “The Gang’s All Here”
• (2022 – earMUSIC) •
Senza ombra di dubbio, possiamo tranquillamente affermare che su un ritorno di fiamma degli Skid Row nessuno avrebbe scommesso un centesimo, la band americana capitanata dalla coppia Bolan-Sabo era data per dispersa, affossata dai continui cambi di cantanti che negli anni si sono succeduti nel disperato tentativo di non far rimpiangere quell’animale da palco che era Sebastian Bach.
Un tornado, sia come voce che, soprattutto, come personalità sopra le righe, negli anni novanta ne ha combinate di tutti i colori: da spaccare una bottiglia in testa a una fan durante un live, alle sue dichiarazioni al vetriolo contro i gay, tanto per citare alcune delle sue bravate; il suo atteggiamento sempre più fuori controllo ha costretto il resto del gruppo a cacciarlo, anche a causa dell’insuccesso incontrato dal controverso Subhuman Race, terzo disco pubblicato nel 1995 che cercava di unire elementi grunge con sfuriate alla Pantera.
Dopo l’inevitabile scioglimento, e la reunion ad inizio anni duemila con Johnny Solinger al microfono, e degli album pubblicati che non hanno riacceso l’interesse generale, la band sembrava relegata a ruolo di meteore di un’epoca lontanissima. In seguito alla successiva prematura morte dello stesso Solinger per insufficienza renale, si erano succeduti una serie di frontman inadatti a ricoprire il trono vacante , ma ecco che viene annunciato questo nuovo capitolo, “The Gang’s All Here”.
Quando l’ho messo sul piatto non credevo alle mie orecchie, il gruppo del New Jersey sembra rinato con l’ingresso dell’ex Heat, Erik Gronwall, cantante svedese con un timbro vicino a quello di Bach e che spinge su tutti i cilindri creando delle melodie vocali assolutamente vincenti.
“Hell Or High Water“ è la prima bomba a mano che viene lanciata in pasto agli ascoltatori, riff che ci riportano indietro ai primi anni novanta e cori da stadio che inevitabilmente rimandano ai primi due classici del gruppo di Rachel Bolan, echi alla “Monkey Business“ si alternano a melodie vincenti del nuovo singer.
Le prime tracce del disco sono una meglio dell’altra, a partire dalla coinvolgente title track, per passare alla dinamitarda Time Bomb. Sarebbe inutile fare uno sterile elenco delle dieci eccellenti tracce contenute in questo piccolo gioiello di robusto hard rock dal momento che il livello qualitativo è alto, ma sicuramente “When The Lights Come On“ con il suo incedere esplicitamente glam metal, ci riporta alla mente il debutto del 1989 patrocinato da Bon Jovi.
La padronanza di Erik è sorprendente anche nella trascinante “Tear It Down“, che invece strizza l’occhio agli episodi più accattivanti di “Slave to The Grind”, grazie a un ritornello da cantare a squarciagola sottopalco.
Bisogna poi menzionare l’enorme lavoro fatto dalla coppia di asce, formata da Snake Sabo e Scotti Hill, veramente bravi nello snocciolare riff su riff assolutamente coinvolgenti e mai noiosi. “October’s Song“ è la ballad di rito, sebbene l’incipit richiami vagamente Into Another, il brano si sviluppa in un interessante mid tempo per nulla scontato con dei toni malinconici che fanno tornare alla mente le atmosfere di “Quicksand Jesus“ dal secondo album.
Gli Skid Row, contro tutti i pronostici, realizzano un album ricco di ottime canzoni che si colloca come un’ipotetica via dimezzo tra i primi due album del gruppo. Unica nota negativa è sapere che ad Erik Gronwall è stato diagnosticata una forma di leucemia acuta, speriamo che il cantante riesca a vincere la sua battaglia e che canti su tanti altri album della band.
“All The Gang’s Here” è sicuramente uno dei dischi hard rock dell’anno e il degno successore dei primi due classici del gruppo del New Jersey.
VOTO: 8/10
TRACKLIST:
- Hell or High Water
- The Gang’s All Here
- Not Dead Yet
- Time Bomb
- Resurrected
- Nowhere Fast
- When The Lights Come On
- Tear It Down
- October ‘s Song
- World On Fire
Skid Row line up:
- Dave “Snake”Sabo – lead guitar
- Rachel Bolan – bass
- Scotti Hill – guitar
- Rob Hammersmith – drums
- Erik Gronwall – vocals