Megahera – condannati a suonare metal!

megahera - condemned to insanity cover
MEGAHERA – “Condemned To Insanity”
• (2013 – Hellion Records) • 

I Megahera tornano a colpire con il secondo full lenght “Condemned To Insanity”, via Hellion Records. Fin da quando scoprii la band, con “Metal Maniac Attack”, mi risultò interessante il fatto che la loro proposta musicale fosse molto corposa, piena di momenti strumentali e liriche non ridotte al solito ritornello ripetuto all’infinito (che fa sempre piacere!): riff serrati , al limite del power/thrash, si alternato a scale e melodie ora ariose ora cariche di melanconia, la batteria non si limita ad accompagnare tenendo il 4/4 o non esagera di doppia cassa, ma colora il tappeto sonoro con varie figure ritmiche e variazioni che non si sentono spesso in giro nei dischi heavy metal, pur mantendosi “fedele alla linea” del drumming di un trentennio orsono. Il basso esce fuori bene dai solchi, partecipando sia ai momenti più pesanti sia accompagnando dolcemente i passaggi meno “ferrosi”. Le vocals variano: principalmente il singer non propina high-pitched scream a profusione, si mantiene più su una certa carica espressiva, si concentra più sulla narratività che sul “vedete quante ottave raggiungo”, non si limita però al clean, in alcuni versi sembra avvicinarsi all’Hetfield arcigno del 1986.
Heavy metal quasi di stampo americano, denso di melodia e pathos, con numeri d’alta scuola quali “Fighting Forever” e “Bipolar Mind” che mi richiama però alla i Blind Guardian dei primi anni 90, forti iniezioni di speed/thrash e power, una miscellanea che unisce impatto e sentimento.
L’album è molto omogeneo, la fusione di melodia e potenza, di tristezza e volontà si mantiene costante, ma non scade nel ripetitivo, non annoia. I brani sono più alti della media, infatti il disco supera l’ora di durata, ma niente filler! “Condemned to Insanity” è una somma di ciò che la musica rappresenta per questi ragazzi della Sardegna: epicità, forza, momenti bui o comunque più quieti, lotta quotidiana contro i difetti propri e quelli del mondo.
“Pharao’s Curse” e “Atlantis” affrontano temi cari ai metallari, fin dai tempi dei Mercyful Fate e Angel Witch: il primo dei due brani è aperto da una melodia orientaleggiante, mentre il secondo è certamente ispirato dal virtuosismo di casa Maiden, e nel quale vien fuori tutta l’intensità con cui la band compone e suona la proprio musica.
Due ballads ci portano ad una dimensione pacata: “Into the sea”, chiaro riferimento al forte legame che c’è tra un isolano e il mare, che l’uomo, afflitto dal suo dolore, scruta da solo sulla scogliera, e la dolce “Dancing in the fire”, che è anche la song che chiude il disco.
La perizia strumentale e la fantasia compositiva sono ingredienti fondamentali per non ripetere cliché abusati (ma che ci piaceranno) e offrire una proposta interpretata secondo il proprio cuore e la propria mente, aggiungete a questo una buona capacità di scrittura dei testi, non banali e quasi prolissi, una capacità di cambiare direzione (da veloce a lento o viceversa) in uno stesso pezzo senza risultare forzati o peggio, confusi, e una buona produzione rendono questa release dei Megahera degna di essere ascoltata, una proposta fresca e non banale.
Ricordate, lettrici e lettori: “Fighting and survive… you’ll fight forever!”

VOTO: 6,5/10

Tracklist:
01. Adventus
02. An Eye For An Eye
03. Condemned To Insanity
04. Pharaoh’s Curse
05. Fighting Forever
06. Into the Sea
07. Atlantis
08. Bipolar Mind
09. Azure Mirror
10. Against the Law
11. Dancing in the Fire

MEGAHERA lineup:
Antonio Borgesi – Bass
Antonello Mocci – Drums
Mario Marras – Vocals, Guitars
Marco Tronu – Guitars
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