
EDENBRIDGE – “Shangri-La”
• (2022 – AFM Records) •
Dopo un anno e mezzo dall’ultimo disco, gli austriaci EDENBRIDGE si ripresentano con il loro
metal e un nuovo lavoro, “Shangri-La”, inizialmente previsto per fine agosto e posticipato, in seguito, a metà settembre.
Seppure l’autrice non sia amante delle canzoni più lunghe di 5 minuti, specialmente se all’inizio dell’album, in realtà “At First Light” non solo
funziona, ma farebbe impallidire le migliori band del panorama sinfonico.
Fenomenale l’uso dell’orchestra al completo e non solo la sezione archi, la sezione strumentale non posso descriverla con nessun altra parola tranne che gloriosa. Potrebbe benissimo essere stata scritta come parte di una sinfonia da un compositore dell’epoca barocca e io ci crederei senza nessun dubbio.
Intrigante anche la parte puramente metal con chitarre, un bel basso corposo e una batteria che fa il suo dovere non invadendo più del dovuto. Il coro completa la traccia con un’armonia veramente angelica e
aulica.
L’album prosegue con un metal sinfonico molto ben equilibrato ma non scontato, e con addirittura
alcuni elementi quasi dance e melodic, che però non rovinano il risultato molto piacevole
dell’ascolto. Seppur l’estensione vocale di Sabine Edelsbacher non si avvicini a quella di colossi
come Turunen o Simons, la cantante sfrutta tutto il possibile senza storpiare troppo.
Mi piace molto come vengono pianificati gli assoli di chitarra per dare risalto e maestosità alle canzoni.
Cambiamo umore con “Savage Land”, che inizia con una delicatissima parte acustica, mantenendo
comunque qualche elemento sinfonico. La chitarra elettrica ogni tanto fa capolino nella traccia,
dando un tocco da film del far west. Ed effettivamente poi la traccia continua su questo stile tipo
Ennio Morricone, prima di un gran finale epico.
Il disco procede poi su questa linea sinfonica di orchestra e coro che compaiono all’improvviso e
non solamente su determinati punti della canzone. Ritorna anche una traccia acustica, che è sempre
piacevole da ascoltare in alternanza a quelle più heavy.
E se in fondo al viaggio dobbiamo arrivare a Shangri-La, la famosa città immaginaria di Orizzonte perduto, ci siamo nella traccia che appunto contiene il nome, “The Road To Shangri-La”. Già singolo uscito a maggio, la canzone ci accompagna nel viaggio verso la destinazione.
“Shangri-la / Is a mental gem of men without boundaries”, con questa frase finisce il viaggio e inizia la suite di ben oltre 16 minuti “The Bonding (Part 2)”. La traccia comincia con solo piano e voce, e prosegue con un mix di elementi elettronici, per poi passare al melodic come un riassunto di quello che si è ascoltato in precedenza.
Una combinazione riuscita quella di associare al canto della Edelsbacher il timbro di Erik Martensson (Eclipse, W.E.T.), che marca ancora di più l’epicità della canzone.
In sostanza “Shangri-La” è un disco ben riuscito, molto bilanciato e allo stesso tempo innovativo,
distaccandosi in positivo dai precedenti lavori della band. Quest’uscita lascia ben sperare che il
metal sinfonico non si sia ridotto alle solite release piene di suoni triti e ritriti, ma che c’è sempre
qualcuno che ha voglia di creare, innovare e azzardare. Il coraggio di questi artisti sarà sicuramente
ripagato!
VOTO: 8,5/10
TRACKLIST:
- At First Light
- The Call Of Eden
- Hall Of Shame
- Savage Land
- Somewhere Else But Here
- Freedom Is A Roof Made Of Stars
- Arcadia (The Great Escape)
- The Road To Shangri-La
- The Bonding (Part 2)
Edenbridge line up:
- Sabine Edelsbacher – Lead Vocals
- Lanvall – Lead & Rhythm Guitars
- Johannes Jungreithmeier – Drums
- Steve Hall – Bass
- Dominik Sebastian – Lead Guitar