BLIND GUARDIAN TWILIGHT ORCHESTRA –“ Legacy Of The Dark Lands”
• (2019 – Nuclear Blast)•
Ci sono opere che richiedono tempo per essere completate: Tolkien non ha scritto “Il Signore Degli Anelli” in un weekend e Roma non è stata costruita in un giorno, ma il lasso temporale per far venire alla luce questo “Legacy Of The Dark Lands” ha superato ogni immaginazione dato che le prime idee che Hansi & Co hanno messo giù per questo disco risalgono addirittura al 1996 quando la band di Krefeld aveva appena dato alle stampe il capolavoro “Imaginations From The Other Side” e stava per partorire l’album che li avrebbe trasportati nell’olimpo del metal mondiale ossia quel “Nightfall In Middle-Earth” che per certi versi molto ha da spartire con questo nuovo disco orchestrale, ma di questo parleremo più tardi. Sì avete letto bene, orchestrale; non abbiamo quindi davanti il solito album targato Blind Guardian. Niente chitarre elettriche e niente Metal ma una sorta di colonna sonora molto nello stile di quella del film “Il Signore Degli Anelli” (lo so sarà banale citare questo film quando si parla dei Blind Guardian, ma ascoltando questo disco, sia per la musica che per i temi trattati e per l’affinità che la band tedesca ha sempre avuto per il capolavoro di Tolkien, l’ascolto mi ha spesso rievocato le atmosfere della triologia del film di Peter Jackson) con la voce di Hansi a guidare il concept del disco e farci viaggiare con la mente nei luoghi dipinti dalle sue melodie vocali (oltre che da quelle orchestrali). Sì perché anche in questo caso parliamo di un concept album che questa volta si svolge durante la guerra dei trent’anni e narra la vicenda della figlia di Solomon Kane che durante questo periodo dilaniato dalle guerre tenta di riappropriarsi dei tesori di suo padre. Nel suo percorso incontrerà vari personaggi tra cui il mercenario Nicholas che è in realtà il vero e proprio protagonista di “Legacy Of The Dark Lands” e nel disco scopriremo il suo percorso nel conoscere se stesso e il suo destrino. Quando prima menzionavo “Nightfall In Middle-Earth” è perché quel disco a livello strutturale ha delle notevoli similitudini con quest’ultimo. Infatti anche in “Legacy Of The Dark Lands” abbiamo un disco lungo, composto da ben 24 tracce dove però appena la metà sono veri e propri brani orchestrali. Infatti un po’ come accadde nel capolavoro del ‘98 targato Blind Guardian ogni pezzo è preceduto da un intermezzo; questi sono molto brevi e sono prevalentemente composti da voci narrate che ci aiuteranno a seguire le vicende del concept. L’album in se invece è un disco che riesce ad essere molto vario e offre all’ascoltatore un continuo saliscendi di emozioni e di atmosfere. Merito sì, della musica e dell’orchestra ma anche dalla meravigliosa prova di Hansi Kursch, vocalist che sembra addirittura più a suo agio in questa veste dove può mostrare maggiormente altre lati della sua voce come quella più malinconica o drammatica che mai come in questo album riesce a sviluppare così bene. Hansi per chi scrive dunque è il vero protagonista che sembra dar vita all’album , ma anche la sontuosa musica orchestrale alle sue spalle non è da meno e vi assicuro che fa la sua incredibile figura. D’altronde a quanto detto dallo stesso Hansi questo disco nei suoi circa 23 anni di lavoro è costato circa un milione di euro! Ma i risultati si sentono! È un progetto ambizioso questo dunque, il più ambizioso che la band ha mai intrapreso ma d’altronde con album che da “A Night At The Opera” in poi sarebbero diventati via via sempre più orchestrali il passo per arrivare a questo disco non era poi così lontano. E difatti nonostante questo album non contenga una virgola di Metal, il lavoro in questione suona incredibilmente Blind Guardian soprattutto nei chorus e credo che sia proprio questo fattore che farà sentire a casa i fan della band che non penso avranno difficoltà ad amarlo. Addentrandoci nel disco il primo brano vero e proprio è “War Feeds War”, pezzo che viene introdotto da due tracce strumentali fatta di voci narrate mentre nelle retrovie si sentono il rumore di esplosioni. Il terzo brano del platter inizia in maniera malinconia per poi diventare un pezzo più epico in un brano da cui si evince la mancanza di speranza che avvolge questo inizio di concept mentre la voce di Hansi calda e avvolgente è quasi rassicurante in un clima così “ostile”. “Dark Cloud Rising” è un pezzo più positivo. Si intravede la luce nonostante l’inquietudine di fondo (“This road goes on and on but you shall not walk alone”). Nel brano “In The Underworld” abbiamo anche qui delle atmosfere tristi e minacciose che sono accompagnate da un escalation sinfonica che ad un tratto si placa e la musica diventa improvvisamente più soffice e rassicurante con Hansi che interpreta una sorta di cantilena. Ma è solo un breve spezzone dato che l’orchestra tornerà presto a tessere melodie oscure. “The Great Ordeal” è allegra e spensierata nel suo incipit, dove Hansi è il vero protagonista con delle bellissime linee vocali. Il chorus ha un sapore molto in stile “Blind Guardian – Beyond The Red Mirror”, sensazione che si ripeterà spesso nel corso del disco. “In The Red Dwarf’s Tower” ha un che di misterioso ed enigmatico regalando all’ascoltatore anche un certo senso di pericolo. All’interno del pezzo abbiamo delle voci narrate non appartenente ad Hansi il quale in alcune note più in avanti nel pezzo si cimenterà in una tonalità molto vicina allo scream. Raramente lo sentiremo su note così acute in questo album. “Treason” è un altro pezzo che trasuda malinconia e che ci introduce a “Point Of No Return” che è stato di fatto il primo singolo estratto per promuovere questo disco e non a caso, dato che per chi scrive è uno dei pezzi più avvincenti del platter nonché uno dei più “progressive” se si può definire così, dato che si hanno molti cambi di mood e di atmosfera nel corso del pezzo con un ritornello molto pomposo che si fissa in testa sin da subito. “Nephilim” viene introdotta da dei cori dal sapore quasi gotico. La voce di Hansi è accompagnata da una sezione di arpa molto pregevole mentre la drammaticità del pezzo viene accresciuta dai violini che scandiscono l’andamento del brano. “Harvest Of Souls” anche ci trasmette un senso di pericolo, per poi diventare più solenne nel ritornello. “This Storm” è il secondo pezzo dei due che ci sono già stati presentati e viene introdotta dalla voce minacciosa del vocalist che ammonisce: “beware, beware … death is drawing near”. Hansi in questo brano si conferma un grandissimo interprete nel suo ruolo di vocalist e mai come in questo pezzo riesce a mostrare la varietà della sua timbrica vocale dando vita alle emozioni e alle parole dei personaggi in maniera davvero convincente e anche in questo caso si capisce bene perché questo pezzo sia stato scelto come antipasto da offrire al pubblico prima dell’uscita dell’album. È incredibile quanta carne al fuoco ci sia in questo brano e quanta emozione esso trasudi, tra parti pomose e battagliere, cantilene dal sapore sinistro e sezione più melodiche. Siamo quasi giunti alla fine e con “Beyond The Wall” l’album si chiude su una vena assai malinconica e oscura per una storia che probabilmente verrà proseguita a quanto detto da Hansi sul prossimo disco “standard” dei Blind Guardian in studio. Nel frattempo godiamoci questa opera della band di Krefield che risulta essere la più ambiziosa e impegnativa della loro carriera sia da un punto di vista del tempo impiegato sia per l’investimento in denaro fatto per registrare il disco. Un passo certamente rischioso per certi versi, ma credo che a questo punto della carriera di una band di fama mondiale come quella dei Bardi di Krefeld i cui fan sono stati comunque abituati nel corso degli ultimi quindici anni ad un certo tipo di sonorità dall’approccio sempre più orchestrale e pomposo anche negli album in studio, essi possano permettersi un “rischio” simile e sono sicuro che i più apprezzeranno questo lavoro non solo nell’ambito dei fan della band ma anche tra tutti quegli ascoltatori amanti come me delle colonne sonore dei film.
VOTO: 7,5/10
Tracklist:
- 1618 Overture
- The Gathering
- War Feeds War
- Comets And Prophecies
- Dark Cloud’s Rising
- The Ritual
- In The Underworld
- A Secret Society
- The Great Ordeal
- Bez
- In The Red Dwarf’s Tower
- Into The Battle
- Treason
- Between The Realms
- Point Of No Return
- The White Horseman
- Nephilim
- Trial And Coronation
- Harvester Of Souls
- Conquest Is Over
- This Storm
- The Great Assault
- Beyond The Wall
- A New Beginning
Blind Guardian lineup:
- Hansi Kursh – vocals
- Andrè Olbrich – Guitar
- Marcus Siepen – Guitar
- Frederik Ehmke – Drums