
AVANTASIA – “A Paranormal Evening With The Moonflower Society”
• (2022 – Nuclear Blast Records) •
Torna a tre anni e mezzo di distanza dall’ultima fatica “Moonglow” datata 2019, Tobias Sammet, il genietto di Fulda che con la sua creatura Avantasia, continua dopo vent’anni a regalarci album di una consistenza e una qualità invidiabile.
“A Paranormal Evening With The Moonflower Society” è stato un disco concepito durante la pandemia in cui il buon Tobias ha nuovamente creato per noi ascoltatori un mondo fantastico come metafora e come espressione delle sue paure e dei suoi demoni.
Il platter è infatti un ricchissimo viaggio musicale attraverso l’universo interiore di Sammet che prende vita in unidici storie, undici viaggi attraverso un mondo di finzione brillantemente evocato dalla meravigliosa e indubbiamente Tim Burtoniana copertina del disco.
La proposta di Avantasia è come al solito composta di una miriade di elementi differenti, passando dal power metal più puro e ipermelodico (“The Inmost Light”), alla rocciosità dell’heavy metal più grezzo (“The Wicked Rule The Night”), al pop-rock più catchy (“Kill The Pain Away”), fino ad arrivare a creazioni elaborate, teatrali e di stampo Meatloafiano come la suite “Arabesque” o la title-track.
Da notare che sicuramente il sound degli Avantasia, benché sia molto ricco e pregno di sfumature, è ormai dai tempi di “The Scarecrow” che è rimasto molto riconoscibile e consistente, sia a livello dei vocalist chiamati a fare parte del progetto che dal punto di vista di sound e composizioni, ma come detto, essendo la proposta musicale di questo progetto di base così varia e ricca non mi sento di affermare che questa continuità possa essere un connotato negativo.
Oltre al sound, la familiarità che ci lega sin da subito con il mondo di Tobias sono senza dubbio il cast di vocalist che anche stavolta non variano troppo dalle ultime proposte in studio; come detto più volte dallo stesso Sammet il suo non è una caccia alla ricerca più sfrenata di “trofei” da esibire, specialmente giunto a questo punto della propria carriera.
Quello che più conta per lo stesso mastermind è di lavorare con un team di voci straordinarie con cui oramai si è creata una certa alchimia. E sono quindi i vari Jorn Lande, Michael Kiske, Eric Martin, Geoff Tate e Bob Catley a fare capolino nuovamente in questo nuovo parto targato Avantasia, loro, assieme ad alcuni volti nuovi come Ralph Sheepers e soprattutto la valchiria Floor Jansen, per chi scrive una delle migliori voci in campo metal in questi ultimi anni ed ormai una stella affermata, grazie al suo ruolo di frontwoman dei Nightwish.
Iniziando a raccontare l’album traccia per traccia, la misteriosa e Burtoniana copertina sembra che ci inviti direttamente a “Welcome To The Shadows”, pezzo che si sposa perfettamente con l’artwork e ci riporta musicalmente ai tempi di “Spectres” dal disco “The Mystery Of Time” del 2013.
Il brano è infatti intriso di brividi e mistero, con connotati sinistri e cinematografici che si sposerebbero alla grande con un film di Halloween e come ormai vuole la tradizione, questo è l’unico pezzo del platter cantato unicamente da Sammet.
L’album trova il suo momento più roccioso e aggressivo nella roboante “The Wicked Rule The Night”, dove Ralf Scheepers nelle strofe suona aggressivo e muscolare come non mai, per una pezzo che riesce tuttavia anche a mescolare quella vena power metal e “zuccherosa” tipicamente helloweeniana nel ritornello.
E a proposito di pezzi che richiamano le storiche zucche di Amburgo, non si può nominare la bellissima e ipermelodica “The Inmost Light” con sua maestà Michael Kiske che ci regala un pezzo power davvero memorabile e tra le cose che più ricordano i primi due “Metal Opera” dell’intera discografia di Sammet degli ultimi quindici anni.
Altro gran pezzo per quanto mi riguarda è “Kill The Pain Away”, un brano vicino alla briosità del pop/rock, frizzante, leggera ed estremamente catchy che forse non sfrutterà a pieno le potenzialità della Jansen ma che davvero ci offre un pezzo abbastanza unico in questo disco e che ci riporta (in maniera piuttosto ironica tra l’altro visto la vocalist) all’era Annette Olzon dei Nightwish.
Come detto la sensazione di deja-vu si ha di tanto in tanto scorrendo tra le tracce di questo full-lenght, per esempio su ”Paper Plane” che pur essendo una semi-ballad estremamente sentita ed emozionante non può non ricordarmi almeno per il “vibe”, altri pezzi della carriera di Sammet come “The Story Ain’t Over”.
Inoltre ci sono per quanto mi riguarda momenti abbastanza standard nel platter che non aggiungono troppo a quanto fatto da Sammet fin ora come la robusta “I Tame The Storm” con il vichingo Jorn Lande che forse non sarà più al massimo del suo potenziale vocale ma che comunque assicura sempre una prestazione coi fiocchi e la rocciosa “Scars” con un altro guest importante come Geoff Tate.
Ma per quanto mi riguarda, il meglio questo lavoro lo esprime senza dubbio quando Tobias si addentra in strutture più da musical, con pezzi avventurosi e articolati di indubbia matrice Meatloafiana, come la “quasi” title-track che emoziona e ammalia l’ascoltatore con un sempre magnifico Bob Catley, un vocalist che non mi stancherò mai di sentire in questo progetto, o la bellissima suite finale “Arabesque”, uno dei pezzi più ambiziosi che Tobias abbia mai scritto e che davvero mostra tutta la fantasia e il talento del polistrumentista e compositore tedesco.
Cornamuse, stacchi dal sapore medio-orientale, pomposità e teatralità con un’alternanza vocale tra Michael Kiske, Jorn Lande e lo stesso Sammet per un finale davvero degno di quest’opera.
Tirando le somme “A Paranormal Evening With The Moonflower Society” risulta essere un disco di evasione, una perfetta rappresentazione del mondo interiore di Tobias Sammet che trova in tutto e per tutto una certa continuità rispetto quanto inciso con il progetto Avantasia nell’ultima decade; parlo di stile musicale, produzione e guest vocalists… La classe rimane quella cristallina di un compositore con il dono più unico che raro di saper fare emozionare, poco importa se a livello di sound e di proposta musicale questo nuovo platter non porti così tante novità rispetto al passato.
D’altronde la musica del progetto Avantasia ha sempre pescato da un bacino di generi e sonorità piuttosto ricco. Difficile che possa scadere della monotonia o nella banalità.
VOTO: 8/10
TRACKLIST:
- Welcome To The Shadows
- The Wicked Rule The Night
- Kill The Pain Away
- The Inmost Light
- Misplaced Amongst The Angels
- I Tame The Storm
- Paper Plane
- The Moonflower Society
- Rhyme And Reason
- Scars
- Arabesque
Avantasia line up:
- Tobias Sammet- Vocals, Bass Keyboards
- Floor Jansen- Vocals
- Michael Kiske – Vocals
- Ronnie Atkins- Vocals
- Geoff Tate- Vocals
- Jorn Lande- Vocals
- Eric Martin- Vocals
- Ralf Scheepers- Vocals
- Bob Catley- Vocals
- Sascha Paeth – Guitar Bass, Keyboards
- Michael Rondenberg- Orchestrations, Keyboards
- Felix Bohnke- Drums