STEVE SYLVESTER – Il sigillo finale

 Steve Sylvester con Gianni Della Cioppa – “Il Negromante del Rock”
• (2011/2020 – Tsunami Edizioni) •

«Non vi racconterò solo la storia dei Death SS… Qui vi racconterò anche la storia di quando ero Stefano Silvestri, un ragazzo, un ragazzo non come tanti altri, che si guardava allo specchio e intorno al suo volto c’erano ombre e serpenti. E nella sua testa udiva un richiamo, come una specie di presagio, e lo sentiva prima pulsare e poi urlare… era il demone che scorreva nel sangue. E poi vi racconterò di come sono diventato Steve, Steve Sylvester, il negromante del rock…».

La Tsunami Edizioni ristampa “Il Negromante del Rock” un libro decisamente speciale, già pubblicato da Crac Edizioni nel 2011, ma ora arricchito ulteriormente con nuove e inedite fotografie provenienti direttamente dall’archivio personale di Steve Sylvester, una copertina che rende finalmente giustizia al valore artistico dell’uscita, e tanti altri piccoli regali. Inoltre, è disponibile una versione cartonata con copertina nera e titolo in rilievo, soltanto in 199 copie, che può benissimo essere definita come l’edizione definitiva dell’opera.

Oltre al racconto canonico, vengono riproposte le preziose prefazioni di Gianni Della Cioppa, Marco Manetti dei Manetti Bros, Carlo Lucarelli e Stefano “Steven Rich” Ricetti, tutta la discografia dei Death SS, una serie di interviste agli ex membri della band, compreso una sorta di memoriale unico e davvero bizzarro dell’ex compagno di mille avventure, mister Paul Chain, che ha cercato in tutti i modi di allontanarsi dai Death SS, considerandoli una sorta di “demone porta sfortuna”, citando i numerosi incidenti accorsi a lui, a Steve, morti tragiche ed accidentali, ed altre mille misteriose amenità. Nulla viene nascosto, anche se va in totale contraddizione con quanto sostenuto da Steve Sylvester nella narrazione vera e propria. Nessun personaggio viene dimenticato, anche il “rivale” cantante Sanctis Ghoram, che ha avuto l’onere di sostituire Sylvester in una fase decisamente discendente della band.

Le conclusioni sono affidate ad una lunga ed accurata intervista allo stesso Sylvester, con l’aggiunta di un fumetto, suddiviso in tre parti, partorito in buona parte dallo stesso cantante, in cui si narra di alcune parti della storia dei Death SS, appunto dal 1977 fino al 1982, anno in cui Steve decise di lasciare temporaneamente la musica.

Abbiamo dunque davanti a noi, un piatto davvero ricchissimo e ravvivato da illustrazioni, foto e citazioni, che ridanno forza ad una narrazione principale già indimenticabile. Stefano Silvestri infatti non ci risparmia le parti “difficili” del suo passato, le esperienze estreme, quelle non razionalmente spiegabili, ed altre di cui si è amaramente pentito (e quando si parla di violenza gratuita su poveri animali indifesi, non possiamo che concordare con lui). Viene facilmente fuori così, il ritratto di un’epoca “così vicina e così lontana”, dove davvero una persona poteva sparire e ricominciare da un’altra parte, con un nome diverso, senza lasciare tracce. Le informazioni viaggiavano con grande lentezza, ed era possibile creare un “mito” underground e minaccioso dagli esordi di una band che ha osato rischiare e provocare, il cui mistero veniva alimentato da racconti tramandati oralmente, e spesso travisati, alterati, che hanno certamente aiutato i Death SS a diventare una leggenda nel tempo.

Il libro scorre come se fosse un appassionante film, regalandoci non soltanto il ritratto di un artista geniale e libero, ma anche un corollario di personaggi di contorno assolutamente memorabili, trasformando queste memorie in un romanzo collettivo di suggestioni dannatamente uniche. Non vogliamo citarli proprio perché vanno scoperti e vissuti leggendo le pagine del racconto.

“Il Negromante Del Rock” non nasce per compiacere chi legge, ma vuole narrare, con stile intenso e diretto, una storia discutibile quanto reale, certamente sostenendo che una figura artistica simile, se fosse nata fuori dall’Italia, oggi sarebbe una stella della musica mondiale, forse però sarebbe mancato quel “mistero” che ci porta oggi a consigliare a tutti questa poderosa ristampa.

E poi c’è la grande musica, che è sempre la protagonista, come dice anche Steve Sylvester:

“Penso che in alcuni momenti dei miei concerti, quelli più ritmicamente più cadenzati e ossessivi, ci sia veramente la possibilità di entrare in una dimensione sconosciuta; questo però accade a livello inconscio, è solo un fatto emotivo ma di grande coinvolgimento. Ed è questa forza potente ed evocativa che ho sempre cercato di trasmettere con la musica dei Death SS, fino a raggiungere uno stato superiore, un non-luogo dove potesse un varco per poi bruciare con la mia arte, regalandola a tutti”.

VOTO: 9/10