ROCK THE CASTLE 2022: il report del Day One

ROCK THE CASTLE 2022 – DAY 1:
MERCYFUL FATE + BLIND GUARDIAN + VENOM +
DEATH SS + GRAND MAGUS + SADIST
live @ Castello Scaligero, Villafranca di Verona (VR)
– venerdì 24 giugno 2022 –

 

LIVE REPORT •

E’ stato certamente uno degli eventi più attesi degli ultimi anni. Rinviato ben due volte a causa della pandemia globale e, in seguito, penalizzato dalla cancellazione di una giornata sulle quattro previste in cartellone, Rock The Castle torna a splendere di nuova luce. La manifestazione, ideata da Vertigo, approda nuovamente nella magica cornice del Castello Scaligero di Villafranca di Verona e porta con sé un bill stellare, suddiviso in tre giornate, che faranno la felicità della stragrande maggioranza dei metalheads accorsi da ogni parte di Italia (e anche d’Europa) per testimoniare la rinascita di uno dei festival di maggior successo degli ultimi anni.

Una menzione speciale va all’organizzazione, che è stata in grado di fornire un gran numero di stand variegati e aree ristoro, inclusa quella dove potersi abbeverare senza alcun limite grazie all’apposito bicchiere riciclabile reperibile in cassa al costo di appena 2 €. Un po’ meno piacevoli per gran parte del pubblico pagante sono state le regole imposte, considerate fin troppo rigide ma rispettate con precisione svizzera dalla security posta all’esterno dell’area, il cui compito era di assicurare una massima sicurezza e un buon quieto vivere per tutti i partecipanti alla manifestazione.

Smaltita la lunga fila degli spettatori desiderosi di accedere all’area sottostante al palco e garantiti i rispettivi posti lungo la transenna, il pubblico è pronto ed in attesa di inaugurare questa nuova edizione con la prima band in cartellone.

SADIST

Non sono nemmeno le 14.30 quando Trevor fa il proprio ingresso sul palcoscenico con i suoi Sadist. L’ora, decisamente anticipata rispetto ai classici orari tradizionali, e il pubblico ancora poco numeroso non ha affatto smorzato l’entusiasmo del quartetto ligure che, in meno di mezzora, si appresta a presentare un set decisamente ridotto con appena cinque canzoni in scaletta. È un peccato, purtroppo, che la band non abbia sfruttato l’occasione per presentare l’ultima release, “Firescortched”, uscita proprio qualche tempo fa su Agonia Records; d’altro canto, però, è bello poter rivedere Trevor sorridere dopo un periodo che lo ha tenuto lontano dalle scene (il vocalist, infatti, qualche mese fa aveva annunciato di essersi sentito male e ha voluto condividere la notizia con i suoi fan sui suoi canali social). Ottima la prestazione del quartetto, specialmente quella del chitarrista Tommy Talamanca, il quale, tra un brano e l’altro, si destreggia tra chitarra e tastiere. Conclude questa piccola parentesi death il brano “Tribe”, definita dallo stesso Trevor “la nostra tribù, la tribù del metal”, dedicata a tutti coloro che provano rancore e invidia nei nostri confronti e seguita da un enorme standing ovation che si è alzata da tutta la piazza

Setlist:

  1. Accabadora
  2. One Thousand Memories
  3. The Lonely Mountain
  4. Season In Silence
  5. Tribe

Sadist line up:

  • Trevor Voice – vocals
  • Tommy Talamanca – guitars, keys
  • Jeroen Paul Thesseling – bass
  • Romain Goulon – drums
foto: Arianna Govoni

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GRAND MAGUS

Tempo di cambiare al volo la scenografia ed ecco sbucare sul palco Janne “JB” Christoffersson che, con sorriso sornione, saluta i presenti e abbraccia al volo la sua chitarra, in attesa di un riscontro da parte del fonico, sistematosi sul palco per sistemare gli ultimi settaggi all’impianto audio. 45 sono i minuti messi a disposizione dei Grand Magus, arco temporale nel quale il trio inglese presenta una scaletta bella solida, con ben tre estratti da “Hammer Of The North”, disco uscito nel 2010 su Roadrunner Records. Strana, in effetti, la scelta di puntare su un disco così datato, e, nonostante qualche piccola pecca sonora iniziale che scomparirà, man mano, con l’esecuzione dei pezzi successivi, il set dei nostri è bello coeso e dinamico e stupisce piacevolmente gli astanti, i quali rispondono positivamente. Ricordiamo, inoltre, che proprio qualche mese fa, la band aveva precedentemente annullato tutte le tappe europee a causa del covid e, con l’annuncio, aveva anche confermato l’arrivo di un nuovo album in studio, al momento in fase di lavorazione e la cui uscita è attualmente prevista, salvo imprevisti, per il 2023 su Nuclear Blast.

Setlist:

  1. Gold And Glory
  2. I, The Jury
  3. Sword Of The Ocean
  4. Ravens Guide Our Way
  5. Steel Vs Steel
  6. Untamed
  7. Iron Will
  8. Like The Oar Strikes The Water
  9. Hammer Of The North

Grand Magus line up:

  • JB Christoffersson – vocals, guitars
  • Fox Skinner – bass
  • Ludgwig Witt – drums

 

foto: Arianna Govoni

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DEATH SS

Con la terza band in cartellone, si cambiano decisamente le carte in tavola. È il turno dei Death SS di Steve Sylvester. Secondo show in patria per la nuova formazione italiana che vede tra le proprie fila Ghiulz alla chitarra, Demeter al basso e Unam Talbot alla batteria che vanno a sostituire rispettivamente Aldo LoNobile (Secret Sphere), Glenn Strange e Marco Lazzarini, la cui dipartita dalla band è stata annunciata lo scorso marzo. Quello offerto dalla storica formazione horror metal italiana è quello che si potrebbe considerare uno “special show”: nell’arco di un’ora, la band ammalia i presenti con una prestazione mozzafiato e decisamente scenografica, arricchita da donzelle incappucciate ed effetti pirotecnici. Anche per la band di Steve Sylvester la scaletta verterà principalmente sugli album storici, in particolar modo i primi tre della loro discografia, con una speciale attenzione rivolta a “Heavy Demons” del 1991, che quest’anno festeggia il suo 31esimo compleanno, al quale si alterneranno anche il nuovo singolo “Zora”, tratto dall’ultimo lavoro in studio “Ten” e “Chains Of Death”, tratto da “The Story Of Death SS 1977-1984”. Uno show ricco di pathos e decisamente intrigante che ha saputo ammaliare ulteriormente il pubblico in fascia pomeridiana e che ha mostrato una band in un’ottima forma

Setlist:

  1. Zombie
  2. Cursed Mama
  3. Horrible Eyes
  4. Baphomet
  5. Zora
  6. Chains Of Death
  7. Family Vault
  8. Kings Of Evil
  9. Inquisitor
  10. Heavy Demons

Death SS  line up:

  • Steve Sylvester – vocals
  • Freddy Delirio – keys
  • Demeter – bass
  • Unam Talbot – drums
  • Ghiulz Borroni – guitars

 

foto: Arianna Govoni

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VENOM

Se si pensa a “Black metal”, uno dei primi pensieri che vengono in mente è indissolubilmente legato allo storico secondo album dei Venom del 1982, quell’album che diede proprio vita ad un intero movimento musicale nei primi anni ‘90 e che, ancora oggi, è uno dei generi più amati dai metalheads. E sarà proprio questo capolavoro a far da padrone nella scaletta della band di Cronos; il set, infatti, apre con l’omonima traccia e da subito le mura del Castello tremano dinnanzi ad un simile inizio di concerto! Nonostante i quasi 60 anni, Sir Conrad “Cronos” Lant ha ancora tutte le energie di un ragazzino: infatti, vediamo lo storico frontman concentrato sul proprio strumento e concedersi, di tanto in tanto, qualche buffa espressione al pubblico, prontamente immortalata dai fotografi nel pit. Ottime le prestazioni del chitarrista Stuart Dixon (aka Rage) e Danny “Danté” Needham, nascosto dalle pelli della sua batteria, il cui drumming, forte e poderoso, incanta a dovere gli spettatori del Castello. Buona, inoltre, la scelta di includere nella scaletta pezzi della più recente produzione, “Storm The Gates” (2018), di cui vengono presentati solamente due brani, “Bring Out Your Dead” e “Dark Night Of The Soul”, alternati ai grandissimi classici “Countess Bathory” e “Witching Hour”. Spetta a “In League With Satan” concludere un set bello acceso, che testimonia ancora una volta la voglia spiccata di una band che, nonostante quasi quattro decadi alle spalle, ha ancora un’energia infallibile e uno sfrenato desiderio di spaccare sul palco

Setlist:

  1. Black Metal
  2. Bloodlust
  3. Bring Out Your Dead
  4. Long Haired Punks
  5. Rip Ride
  6. The Death Of Rock N Roll
  7. Don’t Burn The Witch
  8. Dark Night (Of The Soul)
  9. Buried Alive
  10. Welcome To Hell
  11. Countess Bathory
  12. One Thousand Days In Sodom
  13. In Nomine Satanas
  14. Witching Hour
  15. In League With Satan

Venom line up:

  • Cronos – vocals, bass
  • Rage – guitars
  • Danté – drums

 

foto: Arianna Govoni

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BLIND GUARDIAN

Dopo aver fatto tremare le pareti del castello con la loro ondata di heavy metal, è il turno dei co-headliner della serata. A distanza di ben cinque anni dalla loro ultima performance in terra italica (Battlefield, Milano), i Bardi si ripresentano nel nostro paese per un’occasione decisamente speciale: la band, infatti,  festeggia quest’anno il 30esimo anniversario di ciò che per molti fan – se non tutti – è il loro miglior lavoro discografico, “Somewhere Far Beyond”, a cui verrà dedicato l’intero tour attuale della band. Questo dovrebbe essere per molti un motivo più che sufficiente per presenziare a quest’unica data italiana che, come appena ribadito, per l’occasione presenterà un set eccezionale. Molti sono gli astanti presenti questa sera, anche se il numero non è assolutamente comparabile a quello che il giorno successivo riempirà l’intera piazza del castello per la giornata con Judas Priest e Saxon. Si parte quindi in quinta con i due brani di apertura “Into The Storm” e “Welcome To Dying”, prima che la band, qui accompagnata dal tastierista Mi Schüren, (session member della band da oltre 20 anni) ed il bassista Johan van Stratum, noto ai più per aver suonato con gli Stream Of Passion (ex band della sua attuale ex moglie, Marcela Bovio), si concentri prevalentemente sull’esecuzione integrale di “Somewhere Far Beyond”. È impossibile non rimanere ammaliati da Hansi Kürsch: il vocalist teutonico si rende autore di una performance senza precedenti e offre un set live davvero senza pecche e senza macchie. Tutta la band, infatti, è al massimo della sua forma, con i rispettivi chitarristi Andre Olbricht e Marcus Siepen concentrati sì sui propri strumenti, ma visibilmente elettrizzati, tant’è che quest’ultimo a più riprese si dedica ad una maggior interazione col pubblico italiano. Immancabile, come da tradizione, la meravigliosa “The Bard’s Song”, cantata all’unisono da tutto il pubblico di Villafranca, determinato nel voler supportare la performance vocale di Hansi Kursch, il cui sguardo è visibilmente emozionato vista l’enorme dedizione che da anni accompagna i cuori e le menti dei fan italiani. Nonostante un’ampia ora, il set dei bardi scorre troppo velocemente e, in men che non si dica, si giunge all’encore, composto da “Mirror Mirror” e la conclusiva “Valhalla”, che ancora una volta sottolineano l’immensa maestria di una band che, con ben 35 anni alle spalle, sa ancora come ammaliare e stupire i propri fan, specialmente i non avvezzi alla loro musica. Recentemente la band ha annunciato l’arrivo del suo nuovo disco, “The God Machine“, atteso per il prossimo 2 settembre via Nuclear Blast e, in attesa che il momento giunga, a noi non resta che aspettare di poter incontrare nuovamente i propri beniamini.

Setlist:

  1. Into The Storm
  2. Welcome To Dying
  3. Time What Is Time
  4. Journey Through The Dark
  5. Black Chamber
  6. Theather Of Pain
  7. The Quest For Tanelorn
  8. Ashes To Ashes
  9. The Bard’s Song – In The Forest
  10. The Bard’s Song – The Hobbit
  11. The Piper’s Calling
  12. Somewhere Far Beyond
  13. Mirror Mirror
  14. Valhalla

Blind Guardian line up:

  • Hansi Kürsch – vocals
  • André Olbrich – guitars
  • Marcus Siepen – guitars
  • Mi Schüren – keys
  • Johan Van Stratum – bass
  • Frederik Ehmke – drums

 

foto: Arianna Govoni

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MERCYFUL FATE

Un’ora è il tempo necessario allo staff di Rock The Castle per togliere la scenografia dei Blind Guardian e dedicarsi all’allestimento del set che King Diamond e soci andranno a presentare sull’enorme palco. Un lasso di tempo molto ampio che sembra non finire mai: tanta è, infatti, l’eccitazione del pubblico, in molti, come menzionato pocanzi, erano accorsi per vedere i Bardi, ma principalmente tanti erano presenti per vedere nuovamente dal vivo il Re e la sua band. Ricordiamo, infatti, che l’ultima volta che il gruppo danese ha suonato insieme era nel 1999 al Gods Of Metal che, quell’anno, si tenne all’allora Filaforum di Assago (l’attuale Mediolanum, ndr). Il tempo, certamente, passa per tutti ma la band sembra ancora fresca e vogliosa di conquistare il palco e i cuori dei fan ed è così che alle 22 spaccate l’enorme tendone nero che copriva il palco viene calato per dare al quintetto la possibilità di prendere possesso del palcoscenico. Avvolto da una maschera nera mefistofelica, il Re capeggia dall’alto di un palco rialzato dietro la batteria di Bjarne T. Holm, con una gigantesca croce rovesciata luminescente alle proprie spalle e un’iconografia di un caprone dagli occhi sanguinanti, e si appresta a fare la sua discesa negli inferi terreni sulle note di “The Oath”. È una scenografia bella imponente quella che fa da cornice a questo nuovo set che, nel corso di 90 minuti abbondanti, ha visto anche il Re cambiarsi d’abito per ben due volte, con il suo ben iconico outfit (cilindro e mantello nero) a farla da padrone in chiusura, sulle note di “Satan’s Fall”. È innegabile che il Re dell’heavy metal, a distanza di così tanti anni, sappia tenere ancora magistralmente il palco: ad ogni suo passo, ad ogni sua nota, ad ogni falsetto a cui subentra il suo poderoso timbro vocale “normale”, il pubblico reagisce positivamente entusiasta, ammaliato dalla incommensurabile presenza scenica ed il forte carisma di mr Petersen. Per l’occasione, la scaletta scelta si baserà in buona parte sul primo, storico lavoro della band, “Melissa”, di cui verranno presentati ben 5 brani sugli 11 previsti.  Presenti, inoltre, anche altri grandi evergreen, tratti da “Don’t Break The Oath” del 1984 e l’omonimo EP “Mercyful Fate” del 1982. Ottima anche la scelta di includere come secondo brano di apertura il nuovissimo singolo “The Jackal Of Salzburg”, singolo inedito di nove minuti precedentemente presentato in ambito live, che farà parte del nuovo album della band, la cui uscita dovrebbe avvenire tentativamente il prossimo anno su Metal Blade Records. In questo nuovo contesto live, la band offre decisamente una performance solida, che per l’occasione vede sul palco anche Joey Vera, storico bassista degli Armored Saint, a confermare l’incredibile valore artistico di una delle realtà musicali più amate nella storia del metal. Chi ha avuto l’incredibile privilegio di poter assistere questa sera alla rinascita della band, potrà solidamente confermare, come la sottoscritta, che questa peculiare performance difficilmente verrà dimenticata da qui agli anni a venire. Il Re è tornato e ha portato con sé uno show superbo che ha permesso anche ai fan più giovani di entrare a contatto con ciò che, a caratteri cubali, si potrebbe definire la storia dell’heavy metal! Con la speranza di non dover attendere molto prima di poterli rivedere dal vivo, vista, appunto, anche la lavorazione del nuovo disco in uscita il prossimo anno, a noi non resta che tornare a casa con il cuore e l’anima colme di gioia, in attesa, appunto, di poter rivedere il Re con il suo magico scettro in mano, pronto a regalarci nuove emozioni sottopalco!

Setlist:

  1. The Oath
  2. The Jackal Of Salzburg
  3. A Corpse Without Soul
  4. Black Funeral
  5. A Dangerous Meeting
  6. Melissa
  7. Doomed By The Living Dead
  8. Curse Of The Pharaohs
  9. Evil
  10. Come To Sabbath
  11. Satan’s Fall

Mercyful Fate line up:

  • King Diamond – vocals
  • Hank Shermann – guitars
  • Bjarne T. Holm – drums
  • Mike Wead – guitars
  • Joey Vera – bass

 

foto: Arianna Govoni