Nightwish: l’evoluzione del metal sinfonico!

NIGHTWISH + TEMPERANCE
live @ Palabam, Mantova
– lunedì 12 settembre 2016 –

 

LIVE REPORT •

Terza data italiana nel giro di 10 mesi per i maestri del Symphonic Metal, Nightwish che giungono a Mantova in una calda giornata di metà settembre e continuare la promozione del fortunato ed acclamato disco “Endless Forms Most Beautiful”. I nostri, dopo le date italiane di Bologna (29 novembre 2015) e Roma (8 giugno 2016), ma soprattutto dopo un estenuante tour in tutto il mondo con più di 150 date in appena un anno e mezzo, giungono al Palazzetto dello Sport mantovano come una rodatissima macchina in sede live, nonostante le aggiunte, relativamente recenti, del batterista Kai Hahto (che va a sostituire temporaneamente Jukka Nevalainen), Troy Doonokley (flauti e chitarra acustica) e Floor Jansen (voce della band ormai da fine 2012). Il colpo d’occhio, appena entrati al Palabam intorno alle 19.30, non è dei migliori: il palazzetto è ancora pieno solo a metà. Con il procedere della serata si riempirà via via, ma si rimarrà comunque ancora abbastanza lontani dal sold out e dal numero di spettatori delle date di Roma e sopratutto Bologna. D’altronde, forse, anche la mancanza di un bill tornito come quello delle due precedenti date italiane (che contavano support acts del calibro di Amorphis e Arch Enemy a Bologna, e Epica, Apocalyptica e Temperance al Rock in Roma), il costo relativamente alto del biglietto, e la vicinanza delle date, ha scoraggiato alcuni fan a giungere nella provincia lombarda.

Temperance
Sono da poco passate le 19.30 quando calcano il palco l’unico gruppo di supporto della serata, gli italiani Temperance. Formati nel 2013, la band di Chiara Tricarico (voce), Giulio Capone (batteria/tastiera), Marco Pastorino (chitarra e voce) e Luca Negro (basso) ha già avuto un’invidiabile esperienza per quanto riguarda i concerti live, esibendosi sullo stesso palco di band del calibro di Within Temptation, Slipknot, Luca Turilli’s Rhapsody, e ora, per la seconda volta in pochi mesi, Nightwish. I nostri sanno come intrattenere il pubblico con un ottima presenza scenica, una buona dose di tecnica e dei brani catchy e diretti che in qualche caso sembrano strizzare l’occhio agli svedesi Amaranthe. E cosi si parte con “Restless Ride”, tratta dal nuovissimo album in uscita proprio in questi giorni “The Earth Embraces Us All”, per proseguire con un must della band in sede live come “Me, Myself And I”. La band snocciola una dopo l’altro i brani più celebri (senza dimenticare, appunto, qualche nuovo estratto per promuovere l’album in uscita), raccogliendo un consenso inizialmente freddino da parte del pubblico, che però poi va scaldandosi durante il corso dell’ora scarsa messa a loro disposizione. “At The Edge Of Space” e Déjà Vu” chiudono le danze con la solita formula sonora semplice, efficace e d’impatto. Il gruppo saluta e ringrazia, ricordando al pubblico, il nome di chi a breve li seguirà. Ormai ci siamo…

Setlist:

  1. Restless Ride
  2. Me Myself & I
  3. Revolution
  4. Unspoken Words
  5. Oblivion
  6. Hero
  7. Side By Side
  8. Save Me
  9. Mr. White
  10. At The Edge Of Space
  11. Déjà Vu

TEMPERANCE lineup: 

  • Chiara Tricarico – Vocals
  • Marco Pastorino Vocals, Guitar
  • Luca NegroBass
  • Giulio Capone Drums
{{title}} {{title}}

foto:
 Ivan Licheri

__________________________________________

Nightwish
L’imponente scenografia utilizzata dai Nightiwsh inizia a prendere forma. Il maxischermo che accompagnerà la band per tutto il concerto è pronto per l’utilizzo, mentre sul palco le radici finte che cercano di ricreare l’atmosfera del concept del disco circondano le postazioni della band. Sono da poco passate le 21 quando le luci si spengono e le parole del celebre biologo Richard Dawkins riecheggiano nel palazzetto mantovano: “the deepest solace lies in understanding this ancient unseen stream, a shudder before the beautiful”. L’eccitazione e l’adrenalina sono palpabili ed è proprio l’opener del loro ultimo album ad aprire la serata in tutta la sua maestosità ed epicità. Un perfetto esempio della maestria del Symphonic Metal della band finlandese in cui tutti gli elementi che hanno reso celebri la loro musica si incontrano: le maestose orchestrazioni dettate dal mastermind Tuomas Holopainen, gli assoli intrecciati di chitarra e tastiera, la voce a tratti dolce e soave a tratti incredibilmente potente della vocalist Floor Jansen a cui è riservato un particolare boato al suo ingresso sul palco. Segue la cupa e rocciosa “Yours Is An Empty Hope”, ed è con essa che tutta la freschezza e l’allegria che avevano contraddistinto l’inizio del concerto svaniscono facendo spazio ad un roccioso mid-tempo caratterizzato da un’atmosfera più opprimente e pessimista. Ma è solo un passaggio, perché con la malinconica “Bless The Child” si cambiano nuovamente le carte in tavola, mostrando l’infinita varietà dello spettro emozionale che contraddistingue la musica dei Nightwish. Con questo brano sullo schermo in fondo la scena si iniziano a proiettare filmati e immagini che faranno da contorno alla musica della band, rendendo quest’esperienza unica e completa da tutti i punti di vista. “Storytime” ci porta nel mondo della fantasia e della spensieratezza, con il suo ritornello cantato a squarciagola da buona parte del pubblico. In “My Walden” fa il suo ingresso sul palco anche Troy Donnockley (flautista ed uno degli ultimi entrati in pianta stabile nella band), portando con sé, grazie ai suoi strumenti a fiato, quella componente folk che tanto bene si sposa con la musica dei Nightwish. Le atmosfere eteree proseguono con “Elàn”, primo singolo estratto dall’ultimo lavoro e cantata all’unisono dai circa 4000 presenti. Sembra proprio che i Nightwish vogliano puntare forte sul nuovo album ed ecco allora un altro pezzo: con “Weak Fantasy” i temi si fanno nuovamente cupi e piuttosto delicati. Distaccandosi dal concept della natura e dell’evoluzione della specie che contraddistingue quasi tutti i brani di “Endless Forms Most Beautiful”, il pezzo mette in luce il pensiero di Tuomas Holopainen riguardo le religioni organizzate. Il verso, per la prima volta cantato da Marco Hietala “from words, into war of the worlds” suona sinistro e dannatamente attuale, e la musica contiene i passaggi più serrati che i Nightwish abbiano composto per l’ultimo disco. La band prosegue con un pezzo dietro l’altro, con pochissimo tempo destinato alle chiacchiere e con molta carne al fuoco, anche se ovviamente non mancano i consueti ringraziamenti rivolti al pubblico per aver presenziato al concerto nonostante sia un lunedì, chiedendo quanti tra gli spettatori il giorno seguente si sarebbero dovuti alzare presto per andare al lavoro. “7 Days To The Wolves” e “The Siren” precedono uno dei brani più attesi e ricercati della serata: la maestosa suite di 14 minuti “The Poet And The Pendulum”, a mio parere il brano che ha reso veramente immortale e indimenticabile questo concerto. Talmente attesa questa canzone da spingere il fan club ufficiale italiano dei Nightwish a registrare una lunga ed esilarante video-richiesta che è stata poi inviata alla band (di cui vi consiglio caldamente la visione), organizzando inoltre anche una distribuzione di braccialetti fluorescenti da esibire in caso il brano fosse stato eseguito. “I Want My Tears Back”, tratta dal penultimo album “Imaginaerum”, è uno dei brani sul quale il pubblico è stato più partecipe, saltando senza tregua dall’inizio alla fine dell’esecuzione. E poi ancora l’immancabile “Nemo”, il brano che ha lanciato l’allora five-piece di Kitee verso il successo planetario nel 2004, e con cui, immagino, tanti fan presenti stasera (me compreso) li hanno scoperti. Il tempo dei saluti è ancora lontano e con “Stargazers” i Nightwish pescano nel loro passato un’autentica perla dal disco del 1998 “Oceanborn”, sula quale l’impostazione vocale lirica del pezzo originale, cantato dalla mai dimenticata Tarja Turunen, viene ripresa in maniera perfetta da Floor Jansen dimostrando ancora una volta la sua versatilità. Tempo di tirare il fiato; le dolcissime melodie di “Sleeping Sun”, accompagnate da un bellissimo paesaggio innevato raffigurato sullo schermo, avvolgono in un’aura magica tutto il pubblico del Palabam. “Ghost love Score” e “The Last Ride Of The Day” ci avvicinano sempre di più al gran finale, ed è con “The Greatest Show On Earth” che assistiamo ad un altro momento clou del concerto: 4.6 miliardi di anni di evoluzione del nostro pianeta terra raccontati in 20 minuti di quello che definirei, senza esitazione, il capolavoro di “Endless Forms Most Beautiful”. Dalla genesi del nostro pianeta Terra, alla nascita delle prime forme di vita, i primi organismi che si moltiplicheranno evolvendosi in forme di vita sempre più complesse, sino ad arrivare all’uomo, al suo irrefrenabile desiderio di dominio, di sottomissione, di distruzione…. ma anche al suo desiderio di scoprire, di capire, di analizzare ogni singola cosa (persino ogni minuscolo granello di sabbia, citando il testo del brano). Alla sua capacità di stupire e di creare…. creare arte immensa come quella partorita dalla mente di Tuomas Holopainen, che ci ha permesso di essere partecipi di questo viaggio indimenticabile.

E il viaggio termina allo stesso modo in cui è iniziato: con le ultime frasi di Richard Dawkins che ci scorrono nelle orecchie. E mentre la band saluta e ringrazia, c’è la consapevolezza di aver assistito all’ennesimo show eccezionale da parte dei Nightwish. Poco importa se era la terza volta che li vedevo in poco tempo, e anche se la scaletta, ovviamente, non si discostava di molto dalle precedenti (avendo anche il coraggio di tenere fuori altri pezzi da novanta del calibro di “Amaranth”, “Wishmaster” ed altri). E se vogliamo essere pignoli, poco importa anche per l’assenza dei fuochi che ci avevano deliziato sia a Bologna che a Roma, perché quando una band è stata la tua colonna sonora per (quasi) una vita intera, come nel mio caso con i Nightwish, concerti del genere sono e rimangono indimenticabili.

Setlist:

  1. Shudder Before The Beautiful
  2. Yours Is An Empty Hope
  3. Bless The Child
  4. Storytime
  5. My Walden
  6. Elàn
  7. Weak Fantasy
  8. 7 Days To The Wolves
  9. The Siren
  10. The Poet And The Pendulum
  11. I Want My Tears Back
  12. Nemo
  13. Stargazers
  14. Sleeping Sun
  15. Ghost Love Score
  16. Last Ride Of The Day
  17. The Greatest Show On Earth

NIGHTWISH lineup: 

  • Floor Jansen – Vocals
  • Tuomas Holopainen – Keybords
  • Empu Vuorinen – Guitar
  • Marco Hietala – Bass, male vocals, acoustic guitar
  • Kai Hahto – Drums
  • Troy Donnockley – Uillean Pipes, Tin Whistle, Low Whistle, Acoustic Guitar, Backing Vocals
{{title}} {{title}}

foto:
 Ivan Licheri