Sonata Arctica: i nostri primi quindici anni

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SONATA ARCTICA: INTERVISTA ESCLUSIVA A HENRIK KLINGENBERG E ELIAS VILJANEN •

In un’assolata ed afosa giornata come quella dell’11 maggio, abbiamo avuto il piacere di poter intervistare due membri dei Sonata Arctica in quel di Bologna, tappa dell’unica data italiana del loro tour promozionale per la ripubblicazione del loro primo album con il titolo “Ecliptica – Revisited” e del quale ricorre il quindicesimo anniversario. Abbiamo incontrato Henrik Klingenberg e Elias Viljanen, rispettivamente tastierista e chitarrista della band, poco prima della loro esibizione all’Estragon. (il cui report potete leggere qui).

Bentornati in Italia. L’ultima volta che ci siamo incontrati di persona però è stato a Vagos in Portogallo un paio di anni fa.
HENRIK
– Faceva molto caldo anche allora.

Prima domanda: perché l’idea di pubblicare nuovamente il vostro primo album?
HENRIK
– L’etichetta giapponese ce l’ha chiesto e abbiamo pensato: “Perché no?” ed è un tributo al nostro primo album.

Guardando indietro al disco originale, cosa è cambiato in voi e nel vostro modo di suonare?
HENRIK
– Beh siamo un po’ più grandi. Quando si è più giovani si fanno le cose un po’ più forti e quando si è più maturi si fanno con più calma evitando errori. Sì, certo si possono comunque continuare a fare errori.
ELIAS – Possono accadere non è la fine del mondo. Suonando dal vivo, nessuno è perfetto.

Siete soddisfatti del vostro percorso musicale che avete fatto in questi 15 anni?
HENRIK
– Sì, pensiamo di sì. Intendo dire noi guardiamo sempre al futuro e poi pensiamo sempre a creare qualcosa di nuovo e fino ad ora è stato sempre divertente. Penso che abbiamo fatto del nostro meglio.
ELIAS – Sì, anche per me. Quando guardi indietro le cose vecchie possano essere cose buffe o strane, divertenti, guardi al futuro per fare ancora meglio.

Quali sono stati gli episodi più importanti della vostra carriera? Mi potete raccontare qualcosa dei vostri ricordi?
HENRIK
– Non so quale sia stata la cosa più importante. Forse è stato unirmi alla band. Abbiamo lavorato davvero tanto faticosamente per tanti anni andando in tour. Il momento più bello forse per me è proprio ora.
ELIAS – Sì, sono d’accordo. Cerco di godere di questo momento di trovare la forza per andare avanti. Con una giornata calda come quella di oggi, il pullman caldo, cerchiamo di andare avanti. (ride)

In tutti questi anni avrete fatto sicuramente delle scelte, scelte musicali, di formazione etc… pensate di aver fatto sempre la cosa giusta oppure se vi guardate dietro avete dei rimorsi?
HENRIK
– Certo, delle volte abbiamo fatto delle scelte che non erano ottimali, ma abbiamo sempre cercato di fare le giuste scelte ne contesto di quel momento. Delle volte non sai tante cose e fai delle brutte scelte. Non è una cosa su cui ci soffermiamo, ma facciamo quello che dobbiamo fare. Se viene bene ok, altrimenti andiamo avanti cercando di migliorare.
ELIAS – Si può parlare sia di musica che di affari, ma cerchiamo di fare sempre del nostro meglio per il futuro.

Come è nata la vostra passione per la musica e quando avete deciso di formare una band?
HENRIK
– Non lo so veramente. Io ho cominciato da molto piccolo è una cosa che è sempre stata li, dentro di me.
ELIAS – Ho cominciato a suonare quando avevo nove anni. Mio padre mi ha obbligato ad esercitarmi perche io non volevo suonare la chitarra. Non che mi strillasse, ma continuava a dire: “Prendi la chitarra! Prendi la chitarra!” e questo andava avanti per ore. E dopo che ho imparato delle canzoncine non ho più voluto smettere di suonare. E ho voluto avere la mia chitarra personale e alla fine ero veramente contento.

C’è stata una band che vi ha ispirato e che vi ha fatto esclamare: “Voglio essere come loro”?
ELIAS
– Sì, i Kiss!
Non solo per te! (risate generali). E per te, Henrik, invece?
HENRIK – I Deep Purple.

Avete mai pensato di fare qualcosa di diverso oltre che suonare?
HENRIK
– No, veramente no. Certo abbiamo fatto altri lavori per pagare le bollette, ma al momento non ci pensiamo. Spero di non dover fare mai altre cose nella mia vita, dato che sono molto soddisfatto di quello che faccio.
ELIAS – Forse in futuro qualcosa salterà fuori naturalmente, ma per adesso non ci voglio pensare.

Quanto tempo dedicate alla musica e quanto a voi stessi o alle vostre famiglie?
HENRIK
– Non saprei dirti. Quando sono a casa cerco di stare più tempo possibile con i miei figli, ma possiamo dire 50 e 50.
ELIAS – Per me dedico l’1% e il resto del tempo è solo per la musica, dato che è sempre nella mia testa. La musica è la nostra vita!

C’è un posto durante i vostri tour dove ogni volta andate più volentieri o perlomeno vorreste tornare spesso? E perché?
HENRIK
– Veramente a me non interessa dove, l’importante è che ci sia gente che ci viene ad ascoltare e a divertirsi. Preferisco andare nei posti in cui non sono mai stato, come per esempio qui oggi.
ELIAS – E’ bello per me essere ritornato qua dato che ci sono già stato come turista per visitare la città. Non c’è un posto specifico dove vado più volentieri, ma è bello ritornare ogni volta in Giappone perché è molto diverso. Poi direi sud America ed ovviamente gli Stati Uniti.

E c’è un posto che non avete mai visitato e dove vi piacerebbe andare in tour?
HENRIK
– Non abbiamo mai suonato in India o Corea del Sud, Africa, Islanda ed Israele. Amo viaggiare ed andrei in qualunque posto, anche se ci sono già stato. (ride)

E c’è la possibilità che possiate suonare in questi posti?
HENRIK
– Sì, ma non per il momento.

Un vostro desiderio segreto?
HENRIK
– Veramente non ho un un sogno nel cassetto in particolare, a me piace cantare, suonare bere, divertirmi, conoscere ragazze…. Insomma cose normali.
ELIAS – Beh, una volta ho incontrato Gene Simmons (Kiss – n.d.r.), ma non era il mio più grande desiderio segreto! (ride)

Conoscete qualche canzone italiana?
HENRIK
– Qualcosa di Laura Pausini. Non mi viene niente in questo momento: la mia testa è offuscata! (ride)

Grazie ragazzi della vostra disponibilità e del tepo che ci avete dedicato. Volete fare un video-saluto ai nostri lettori?
HENRIK + ELIAS
– Certamente! Leggete Metalrock!

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