BLIND GUARDIAN – INTERVISTA ESCLUSIVA AD ANDRE OLBRICH • (English version below)
Il 2022 segna l’anno del ritorno musicale dei Blind Guardian. Dopo la parentesi sperimentale con l’album orchestrale “Legacy Of The Dark Lands”, la band teutonica torna a distanza di sette anni con un nuovo lavoro in studio, “The God Machine”, un album che, nonostante non sia ancora uscito, ha già diviso in due fazioni la nutrita schiera di fans che, da tempo, segue le gesta dei Bardi più famosi del metal. Un disco apprezzato da alcuni per le sonorità sperimentali e più ‘snelle’ rispetto a quelle utilizzate in passato e non pienamente capito, invece, da chi sperava in un ritorno alle origini e che, invece, si è trovato un po’ spiazzato di fronte a scelte stilistiche non considerate del tutto consone per questa nuova release. In occasione dell’imminente uscita di questo undicesimo disco, Metalforce ha chiacchierato nuovamente con André Olbrich che, così, si è espresso in merito a “The God Machine”.
Ciao André e benritrovato sulle pagine di Metalforce.it!
ANDRE’- Ti ringrazio!
Come stai?
ANDRE’ – Sto bene, sto avendo un po’ di raffreddore estivo, ma è tutto ok, sto bene!
Ti stai godendo la tua estate?
ANDRE’ – Sì, è molto caldo! Voglio dire, è davvero molto caldo, mi piacerebbe essere al mare adesso!
Oggi siamo qui, ovviamente, per parlare del nuovo album dei Blind Guardian, in uscita il prossimo 2 settembre su Nuclear Blast Records. Vorrei rompere il ghiaccio chiedendoti subito il significato del titolo, “The God Machine”. Che cosa ci puoi dire in merito?
ANDRE’ – Beh, abbiamo cercato di mettere insieme i brani, poiché il tutto appariva come un concept album. Abbiamo cercato di scegliere un titolo che concludesse più di un solo brano dagli argomenti trattati, così abbiamo pensato che “The God Machine” fosse un titolo che potesse avere diverse interpretazioni. Non sai davvero che cosa voglia dire e ciò ti porta a pensare: “Oh, quale è il suo significato? Che cosa vogliono dirmi con questo?” e abbiamo lasciato l’interpretazione aperta. Quando ascolti i brani, puoi percepire qualche collegamento da altre canzoni al titolo, per cui abbiamo cercato di capire questa cosa! Abbiamo pensato di combinare tutto quanto insieme in “The God Machine”. Quando Hansi si è inventato questa idea, ho subito capito e ho detto: “Okay, questo è ciò che ci serve per “The God Machine”.
L’ultimo album della band, “Beyond the Red Mirror”, è uscito sette anni fa, ovviamente se non prendiamo in considerazione “Legacy of the Dark Lands” del 2019, visto – e non capisco, il perché – che molti fan della band non lo ritengono come l’ultimo album che avete pubblicato. Pertanto, come mai ci è voluto un lasso cosi lungo di tempo prima di questa release, eccezione fatta, appunto, per il disco orchestrale?
ANDRE’ – Non era un qualcosa di programmato, è accaduto! Voglio dire, dopo la pubblicazione di “Beyond The Red Mirror”, abbiamo pubblicato il live album “Live Beyond The Spheres”, scegliere tra le diverse registrazioni è stato un lunghissimo lavoro e ci ha portato via quasi un anno. Eravamo ancora in tour fino al 2017 e abbiamo iniziato molto presto a raccogliere le idee, perché non volevamo che passasse troppo tempo tra un disco e l’altro; ad un certo punto, poi, abbiamo deciso di continuare con “Legacy Of The Dark Lands” e completare l’album, così è volato un altro anno e alla fine, quando abbiamo completato “The God Machine”, lo abbiamo portato a termine alla fine di Maggio dello scorso anno, almeno credo! Il problema è che abbiamo parlato con Nuclear Blast e ci è stato detto che non si riusciva a trovare una data per la stampa dei vinili: a causa del coronavirus, ci sono stati tantissimi problemi, non c’era abbastanza materiale, per cui avevano pochissimi giorni a disposizione e quei pochi rimasti erano già stati prenotati. Ci è stato poi chiesto di prendere in considerazione il fatto di voler avere una data separata per la pubblicazione del formato digitale e del vinile, abbiamo risposto che quello non era il modo in cui noi lavoriamo, poiché poi non saremmo rientrati nelle classifiche e non sarebbe successo niente. Non era una cosa buona per la band, volevamo avere una data unica a livello mondiale, per cui abbiamo dovuto attendere un ulteriore anno per la produzione del vinile! L’unica possibilità rimasta era proprio il 2 settembre, così è volato un altro anno, ma non è stata colpa nostra! Eravamo pronti, il disco era pronto, ma ci sono state alcune cose qua e là che hanno portato ad allungare maggiormente il periodo di attesa. Voglio dire, almeno “Legacy Of The Dark Lands” è stato un buon album e molti fan lo hanno apprezzato, per cui credo che attendere l’arrivo di “The God Machine” non sia stato poi così doloroso.
La copertina di “The God Machine” ha un sapore non molto Blind Guardian, risulta poco fantasy rispetto agli artwork precedenti! Questa nuova copertina è più distopica e moderna, ha un vibe molto diverso dalle vostre solite copertine anche quelle recenti. Che cosa ci puoi dire in merito?
ANDRE’ – Beh, quando abbiamo lavorato alla musica, sapevamo già che “The God Machine” avrebbe segnato un nuovo capitolo nella storia dei Blind Guardian, è molto lontano dalla musica che abbiamo proposto in “Beyond The Red Mirror”, perché quello era un album più orientato alle melodie orchestrali, con brani molto lunghi ed epici. In questo nuovo album siamo tornati a quell’atmosfera speed metal, ad una sensazione più legata alla band, più aggressiva e veloce, abbiamo pensato che con questo taglio in termini di musica e a questo nuovo capitolo nella scrittura e composizione dell’album, vogliamo dimostrare, esattamente come accade nella copertina, che tutti devono prendere consapevolezza di questo nuovo album, vedere che qualcosa di nuovo sta accadendo e questo lo si può già percepire dallo stesso artwork! Stavamo cercando un artista nuovo, così siamo incappati nella pagina di Peter Mohrbacher e abbiamo visto il suo lavoro, questo in particolar modo ha catturato la nostra attenzione! Ci siamo detti: “Wow, questo è fantastico, forse il ragazzo potrebbe dipingere qualcosa che vada in quella direzione”. Abbiamo parlato con Peter e lui ha realizzato un artwork per noi, ma gli abbiamo detto che ci piaceva di più quello che avevamo adocchiato, anche se sapevamo che quel dipinto era già stato utilizzato nel suo libro e aveva anche realizzato dei poster di quella stampa. Gli abbiamo detto che non ci importava, dal momento in cui il dipinto non era stato utilizzato nel music business, volevamo quel disegno, perché pensavamo che avesse lo stesso approccio che ha la nostra musica. È dinamica, il personaggio ha un certo approccio aggressivo, forse, un po’, non troppo, ma c’è della tensione in quella immagine. Ci è piaciuta molto la copertina e abbiamo pensato che fosse giusta, perché, come dicevi tu, ha un approccio più moderno, prima eravamo più in quel filone, per così dire, più vecchia scuola, con artwork fantasy e ora abbiamo questo tocco più moderno. Abbiamo trasferito la nostra musica, lo speed metal, da uno stile vecchio originale ad uno più moderno, abbiamo trasferito questo stile musicale ai tempi odierni, questo è l’approccio più moderno dello speed metal, di come dovrebbe suonare oggi. Mettendo, quindi, questa copertina abbiamo pensato che potesse essere per noi un nuovo inizio.
Vorrei chiederti qualcosa in merito a questa svolta così inaspettata di ritorno ad un sound più asciutto; infatti, i Blind Guardian erano abituati negli ultimi 20 anni ad album decisamente pomposi e bombastici, cosa vi ha spinti a trovare la voglia di tornare ad un sound più semplice?
ANDRE’ – E’ accaduto in maniera piuttosto naturale, perché dopo aver completato “Legacy Of The Dark Lands”, abbiamo raggiunto l’obiettivo con quel sound orchestrale ed eravamo molto contenti, ci siamo detti: “Okay, ora questo capitolo è chiuso e vogliamo fare qualcosa di completamente diverso, perché abbiamo bisogno di un equilibrio, non possiamo sempre fare la stessa cosa”. Qualsiasi cosa avessimo fatto nel nuovo album, sarebbe stata aperta a qualsiasi interpretazione, sapevamo di non voler lavorare con un’orchestra; per cui, in maniera totalmente naturale, ci siamo ritrovati con questa sensazione di essere nuovamente una band, perché a causa della pandemia, c’è stato molto tempo per fare le prove con la band, ci siamo ritroviamo e abbiamo suonato le canzoni, e questo potere naturale è tornato alla luce! Ci è piaciuto così tanto che abbiamo pensato che fosse un ottimo approccio di base per riavere nuovamente quell’energia, quella velocità, questo amore per le melodie veloci e per la band e per tutti quanti noi è stato un ottimo punto. In quel momento era appena scoppiata la pandemia e all’improvviso nel nostro ambiente è cambiato tutto quanto, ci siamo isolati, abbiamo sentito che il mondo stava diventando più rigido, più aggressivo, in qualche modo era tutto diventato caotico e ho pensato: “Ok, per me questo momento difficile ha bisogno di musica pesante, perché devo canalizzare le mie emozioni, voglio scappare, liberarmi, lasciarmi andare, ma non voglio che la mia frustrazione arrivi ad altre persone. Voglio fare musica e sentirmi meglio, per cui per me era arrivato il tempo di fare musica davvero pesante e suonare brani veloci. È stato tutto molto naturale, tutto quanto si è svolto naturalmente, la conclusione di “Legacy Of The Dark Lands” e la pandemia, queste due cose hanno avuto una grossa influenza.
Dal nuovo album avete finora presentato 4 singoli: “Deliver Us From Evil”, “Secrets Of The American Gods”, “Blood Of The Elves” e “Violent Shadows”. Che riscontri avete avuto dai fan e dalla stampa? Cosa puoi dirci della loro accoglienza?
ANDRE’ – Finora è stato sorprendente! La gente apprezza ciò che facciamo e abbiamo avuto ottimi riscontri da parte dei fans. Credo di non ricordare quando è stata quella volta in cui abbiamo avuto così tanti buoni feedback, probabilmente si tratta delle migliori reazioni che abbiamo mai avuto, perché quando pubblicammo “Nightfall”, considerato il disco di maggior successo della band, abbiamo ricevuto un sacco di commenti negativi a causa della lingua parlata, non piaceva alla gente. All’epoca, ai primi albori di Internet, esistevano i forum e la gente commentava lì, non era così positivo, anche se ora tutti dicono che è il nostro miglior album e via discorrendo. Oggi ci sono solo commenti entusiastici in un modo che non ci saremmo mai aspettati, per cui siamo davvero contenti. Abbiamo saputo dalla stampa che il disco sta andando molto bene, per cui crediamo di aver colpito nel segno, perché abbiamo rispecchiato lo spirito del tempo. Credo che il disco si adatti davvero a questo contesto, proprio a causa delle sensazioni che ha! È per questa ragione che il disco è autentico ed è apprezzato dalla gente! Le persone lo percepiscono, sentono le stesse emozioni che abbiamo provato noi quando lo abbiamo scritto.
Ascoltando il disco, seppur si tratti di materiale inedito, ho trovato alcuni richiami a quel capolavoro che fu “Imaginations From The Other Side”. Sarebbe sbagliato affermare che, nonostante questi riferimenti, il disco ci presenta una band che certamente non ha bisogno, né vuole ricalcare ciò che ha fatto nel 1995 e che, al contrario, non vuole nemmeno rimanere bloccata in un determinato contesto musicale ma che, invece, vorrebbe esplorare nuove direzioni, nonostante gli oltre 30 anni sulle spalle?
ANDRE’ – Diciamo che, ovviamente, abbiamo dato uno sguardo ai vecchi album che abbiamo realizzato, cercando di capire quali fossero le cose buone fatte in passato. Una cosa sicura è stata l’estrema energia messa in quei dischi. Voglio dire, stiamo invecchiando e più diventi vecchio, più cerchi di rimanere nella tua zona comfort, per cui abbiamo cercato di uscire da questa area e riprendere quell’energia, che è un fattore importante per il nostro genere musicale. Ora abbiamo più esperienza in merito alla composizione dei brani, sull’arrangiamento, sulla combinazione delle melodie, per cui questa cosa ingenua che avevamo nei primi album è sparita. Questa energia, però, possiamo riportarla, ci siamo ricordati ad un certo punto del nostro passato che un fattore molto buono per noi era l’analogico, per cui quando abbiamo detto di voler un nuovo sound nel nostro album, Charlie ci ha consigliato di passare all’analogico, ci ha detto: “Perché non tornare a questa tipologia? Perché non dovremmo tornare al nastro, visto che la batteria suona in maniera favolosa se registrata analogicamente”, per cui abbiamo scelto questa direzione. Siamo tornati a questo genere di registrazione, che è la stessa che abbiamo utilizzato in “Imaginations” e forse potrai sentire queste somiglianze con quell’album perché abbiamo usato le stesse dinamiche per le registrazioni della batteria utilizzando la compressione analogica. Per me quest’energia si adatta bene alle canzoni, il modo in cui le abbiamo registrate è davvero importante ed è un grosso passato lontano da “At The Edge Of Time” e “Beyond The Red Mirror”, perché tutto era digitale e suonava in quella maniera. Ora il disco suona in modo più analogico e dal momento in cui siamo grandi amanti dei vinili, amiamo molto questo genere di registrazione, da un qualcosa di più caldo al sound, anche se le cose sono un po’ più aperte, le linee vocali hanno maggior spazio ed hanno la stessa energia, che per noi è la stessa cosa che proviamo per questo genere di musica. Credo che, in termini di registrazione, abbiamo preso delle ottime decisioni ed è per questo che suona in maniera differente, è per questo motivo che abbiamo usato lo stesso trucco su “Imaginations” in passato, anche se il songwriting stesso ha, ovviamente, un approccio più moderno, perché siamo cresciuti come band e abbiamo maturato più esperienza, lo puoi percepire nelle canzoni. Se prendi brani come “Beyond The Sphere” o “Destiny”, lo senti che sono innovativi, anche dalle tecniche impiegate mentre suoniamo, “Life Beyond The Sphere” sembra più una colonna sonora e non ha niente a che vedere con tutta la parte old school dei Blind Guardian. Questo album ha dei momenti molto innovativi, ma ha ancora alcuni ottimi trademark che abbiamo riportato dal passato.
Sai, proprio a giugno ho avuto l’incredibile piacere di vedervi live al Rock The Castle dove, per l’occasione, avete presentato dal vivo tutto “Somewhere Far Beyond” per celebrare il suo 25esimo anniversario. Se non sbaglio, al momento non sono state annunciate date in previsione di un nuovo tour per questo prossimo album. Ci sono già programmi per delle date europee, vista la chiusura della stagione estiva dei festival?
ANDRE’ – Sì, dal momento in cui abbiamo dovuto posticipare il tour di “Somewhere Far Beyond” e aspettare di suonarlo nel 2022, ci siamo detti: “Perché non suonare il disco durante le tappe estive e i festival, dato che i nostri fan in Italia, Spagna e Grecia lo vogliono sentire?”. Per cui abbiamo pensato di fare questo tour nel 2022 mentre per il prossimo anno programmeremo un tour mondiale per “The God Machine”. Metteremo insieme una setlist che sarà totalmente diversa da quella proposta quest’anno. Questo è il piano, ma al momento non c’è nulla di programmato, vista l’intera situazione che non è molto stabile. Non possiamo farvi molto affidamento, non sapremo se saremo in grado di suonare in inverno, per cui aspetteremo fino all’autunno, dopodiché programmeremo il tour per il prossimo anno. Questo è il progetto e avverrà! Spero che tutti i locali saranno aperti, in modo da poter tenere i nostri concerti, sarebbe fantastico e suoneremo più brani tratti dal nuovo album, cercando di mettere insieme una scaletta interessante.
Ok André, questa era la mia ultima domanda! Ti ringrazio di questo spazio e per avermi ospitata!
ANDRE’ – Grazie della bella intervista!
Spero che tu abbia apprezzato le mie domande!
ANDRE’ – Decisamente sì e sono contento di sapere che ti è piaciuto il concerto al Rock The Castle, è stata una giornata fantastica!
Lo è stata! Spero che ci saranno presto altre occasioni di rivedervi in Italia il prossimo anno!
ANDRE’ – Sicuramente torneremo in Italia nel 2023, ne sono convinto al 100%!
(English version)
2022 marks the musical comeback of Blind Guardian. After the experimental parenthesis done with the orchestral album “Legacy Of The Dark Lands”, the German power metal act comes back seven years after the previous record with a brand new effort called “The God Machine”, a record that, despite it still didn’t come out, has already splitted the band’s fanbase in two divisions. A brand new album highly appreciated by some people because of the experimental sounds which are way simpler compared to the past and on the other hand, some people didn’t really understand this new effort, maybe because they hoped for a sort of come back to the roots. On the occasion of the imminent release, Metalforce has exchange a few chats with André Olbrich.
Hi André and welcome back to Metalforce.it!
ANDRE’ – Thank you!
How are you doing?
ANDRE’ – I’m fine, I’m having a little cold, a summer cold, but it’s okay, I’m fine!
Are you enjoying your own summer time?
ANDRE’ – Yeah, it’s very, very hot! I mean it like hot, but I would like to be at the sea now!
Today we’re here to talk about the upcoming new Blind Guardian record. I’d like to break the ice asking you something concerning the meaning of the album title, “The God Machine”. What can you share?
ANDRE’ – Well, since we tried to put songs together, it appeared like a concept album, we tried to choose a title that concludes more than just one song from the topics, so we’ve thought that “The God Machine” is a title that can have different interpretations. You don’t exactly know what it means and it makes you think: “Ow, what’s the meaning? What do they want to tell me with this?” and we leave this open. When you go through the songs, you see some links from the other song to the title, so yeah, you have to figure this out! We’ve thought it’s combining everything together to “The God Machine”. When Hansi came up with this idea, I immediately knew, I said: “Okay, that’s it, we need to take “The God Machine”.
The latest album, “Beyond the Red Mirror”, has been released seven years ago, if we’re not considering “Legacy Of The Dark Lands”, given that – and I don’t know why – some fan do not consider this as the latest band release. So, how come did you opt for such a long break between these two releases?
ANDRE’ – It was not planned, it just happened! I mean, after the “Beyond The Red Mirror” we put out “Live Beyond the Spheres”, the live album which was lots of work to choose the songs from all the recordings, so only the live album took almost a year from us and we were still in the tour until 2017 and we started to collect ideas already very early, because we didn’t want such a long time in-between the albums; then, at a certain point, we decided to continue with the “Legacy Of The Dark Lands” and complete this album, so another year was completely gone by the orchestral album and in the end when we finished “The God Machine”, we finished it already last year in May, I think! The problem was that we talked to Nuclear Blast and they couldn’t find a date for the facturing of the vinyl, because of the corona, there were many, many delivery problems, not enough material there, so they only had a few days and those days were blocked already, and then we would consider if we wanted a release date splitted for digital and vinyl, but we said “No, this is not the way for us, because then we will not be in the charts and nothing would happen. It’s not good for the band”, we said that we wanted a release date worldwide for everything, so we had to wait another year to have the vinyl production! That was the only possibility that it was the 2nd of September, and it was again one year we lost, but it wasn’t our fault! We were ready, the album was ready, so there was little thing here and little things there and all together stretched this period so long. I mean, at least the “Legacy Of The Dark Lands” in between is a fine album and many of our fans enjoyed it, so I think that waiting for “The God Machine” was not so painful.
The artwork for “The God Machine” seems less fantasy compared to the old artworks. This new cover seems to be more dystopic and modern, it has a very different vibe compared to both the old and the newest releases. What can you share about it?
ANDRE’ – Well, when we worked on the music, we felt already that “The God Machine” album is a new chapter in Blind Guardian’s history, it is far away from the music we did in “Beyond The Red Mirror”, because that album was very orchestral-orientated, with very epic long songs, in “The God Machine” we are back at speed metal vibe, more the band feeling, more aggressive and fast and so we’ve thought this cut we made with the music and the new chapter of the writing of the music we want to show as the artwork as well that everybody who gets aware of the new Blind Guardian album can see that something new is happening, and you see this from the artwork already! So we were looking for a new artist, Peter Mohrbacher’s page and we saw his amazing artworks, but this particular one caught our eye! We said: “Woah, this is amazing, maybe he can paint something for us in that direction”. We talked to Peter and he painted an artwork for us, but we said: “Well, we still like the other one better, give it to us!”, and so we knew that he used it already for his book and he printed already posters with this artwork but we said: “We don’t care, as long as it’s not used in music business, we want to have this artwork, because we think this is exactly the same approach as our music has, it’s dynamic, the character has a certain aggressive approach maybe, a little bit aggressive but not too much, but there is tension in that picture”. We liked that artwork a lot, so we thought it was the right thing because, as you said, it has a modern approach, before we were in the – let’s say – old school traditional artworks of fantasy and this is now a more modern approach, and we think that our music, the speed metal, we transferred from – let’s say – old original style to a more modern approach speed metal, we transferred this music style to the time of 2021/2022, and this is a more modern approach of this speed metal on how it shall sound now. Putting this artwork just a little spot on top, to show and say: “Okay, this is a new chapter”.
I’d like to ask you something concerning this new unforeseen change concerning the band’s sound, it seems a bit more harsh here; in fact Blind Guardian got used to present more bombastic and flamboyant records in these latest 20 years, what has pushed you to find that desire of coming back to a more simple sound?
ANDRE’ – It came pretty natural, because after we completed “Legacy Of The Dark Lands” we achieved what we wanted to achieve with that orchestral sound and we were really happy with this and it was like: “Okay, now this chapter is closed and we want to do something completely different, because we need a balance, we cannot always do the same thing”, so we said: “Ok, whatever we do in the new album, everything is open, but for sure, we will not work with an orchestra”. So very natural we came up with a more band feeling, we felt the metal band again because of the pandemic, there was a lot of time to rehearse with the band and we came together, we played the songs and we felt this natural power again! We liked it so much that we said that it was a good approach, a good basic approach to have this flow again, to have this speed, this love for fast melodies and just the band, and that for us was a very good point. In this moment, the pandemic happened and all of a sudden, everything changed in our surrounding, we became isolated, I felt that the world became more harsh, more aggressive, all into in almost chaos in some way and I thought: “ok, for me this hard time needs hard music, because I need to have canalizations for my feelings, I need to break free, to let it out but I don’t want to have my frustration to other people. I want to do music and feel better, so for me it was the time to have really hard music, to play fast songs. It came natural, it all came together, closing “Legacy Of The Dark Lands” and the pandemic, these two things had a really big influence, why became harder and maybe a little bit rude again?
So far you’ve released 4 singles out of this record: “Deliver Us From Evil”, “Secrets Of The American Gods”, “Blood Of The Elves” and “Violent Shadows”. What kind of feedback and reception did they get from both the fans and the press?
ANDRE’– So far it’s overwhelming! People love what we did and we had great reactions from the fans. I think I cannot remember when we ever had so good reactions, it’s probably the best reactions we ever had, because even when we put out the “Nightfall” album, which is so far the most successful Blind Guardian album, we had lots of negative reactions because of the spoken words that they didn’t like. There was in the early Internet, in the forums, it was not so positive, even if now everybody says it’s the best album and bla bla. Now it’s only positive reactions in a way that we didn’t expect, so we are really, really happy and from the press we already heard that the album’s doing really, really good in the soundchecks, so yeah, we think we hit the right notes, because we were reflecting the time’s spirit, and now I think it’s an album that really fits into this moment, very well with all the emotions that it has! That’s why it’s authentic and what’s the people love! They feel it, they feel the same emotions that we felt when we wrote it.
Listening to the record, even if we’re listening to brand new material, I’ve noticed some reference to that majestic opus called “Imaginations From The Other Side”. Would it be wrong to state that, despite these references, this record offers us a band that neither doesn’t need nor want to remark what has been done in 1995 and that, quite the opposite, doesn’t want to be stuck in a certain music context but who would love indeed to explore new musical directions, despite the 30 years of activity behind its back?
ANDRE’– Let’s say that, of course, we looked back at the albums we did and we tried to figure out what is the good things that we did in the past and one thing for sure was the extreme energy we’ve put in the albums. I mean, we are growing older, and the older you get, the more you try to stay in your comfort zone, so we’ve tried to get out of this comfort zone and get back this energy, which is so important for our style of music. Now we have much more acknowledged experience on how to write songs, how to arrange them, how to combine the melodies, so this naive thing that we had in the early albums is gone, but this energy we still can bring in and we remembered one very good point of our past was the analogue days, so when we said that we wanted to have a new sound for the new album, Charlie recommended: “Why don’t we record things analogue? Why don’t we get back to tape machine?”, because the drums sound so amazing if you record analogue and then we chose that way. We went back to some recording ways that we used in the “Imaginations” album and that maybe what you can hear when you see these similarities with the “Imaginations” album is because we’re using the same dynamic with the drum recordings with the analogue compression. For me it’s really featuring this energy in the songs, the way we recorded them it’s really, really important, and it’s a big step away from “At the Edge of Time” and “Beyond The Red Mirror”, because everything was digital and sounds digital. Now the new album sounds a little bit more analogue and since we are vinyl lovers, we really love that way of recording, it has something more warm to the sound, even if things are a little bit more open, the vocal has more space and still it has an energy which for us it’s exactly what we feel for this kind of music. So i think that recording wise we did some good decisions and that’s why it sounds different, and that’s why it’s doing the same trick like the “Imaginations” album in the past, but the songwriting itself has, of course, a more modern approach, because we grew as a band and we have more experience and you can hear this in the songs. If you take songs like “Beyond The Sphere” or “Destiny” they are very innovative, even for the techniques we play and “Life Beyond The Sphere” is more like a soundtrack, it has nothing to do with all the old school part of Blind Guardian. It has very innovative moment this album, but still with some very good trademarks that we have brought back from the past.
You know, a couple of months ago I had the incredible pleasure of seeing the band live at Rock The Castle in Italy where you played “Somewhere Far Beyond” in its entirety for its own 25th anniversary! If I’m not mistaken, so far none of the European dates for a new tour have been announced, is there any plan concerning some new tour dates?
ANDRE’ – Yeah, since we had to delay the “Somewhere Far Beyond” tour and we had to play it in 2022, we said: “Why don’t we play the summer somewhere far beyond at the festivals as well, because we know that our fans in Italy, Spain or Greece want to hear “Somewhere Far Beyond” as well?”, so we said: “Okay, let’s make 2022 “Somewhere Far Beyond” here and in 2023 we will plan a world tour for The God Machine, we will put a setlist together which is completely different from 2022. That’s the plan, but so far we have nothing booked, because the whole situation is so… well, not really stable, not really like count on it, that we still be able to play shows in the winter, so we want to wait ‘till Autumn and then book the world tour for 2023. That is the plan, and it will happen, I hope everything will be open, so that next year we can play shows. It would be amazing and we will play more songs from the new album and put a new interesting setlist together.
Ok André, that was my last question! Thank you for giving me this spot e for having me today!
ANDRE’ – Thank you for the nice interview!
I hope you enjoyed my questions!
ANDRE’ – Yes, I did! And i’m glad that you liked the show at Rock The Castle, it was an amazing day!
It was! I hope there will be new chances to see you guys in Italy next year!
ANDRE’ – For sure we will be in Italy in 2023, I’m 100% sure!